Udito e equilibrio: Come i disturbi dell'equilibrio possono influire sull'udito

I disturbi dell'equilibrio, come la vertigine o l'instabilità posturale, possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone e possono anche influire sulla loro capacità uditiva. La relazione tra l'equilibrio e l'udito è strettamente correlata, poiché l'orecchio interno è coinvolto sia nella funzione uditiva che in quella dell'equilibrio.

L'orecchio interno contiene i recettori sensoriali responsabili della trasmissione delle informazioni sull'equilibrio al cervello. Quando questi recettori sono danneggiati o non funzionano correttamente, possono verificarsi disturbi dell'equilibrio e altri sintomi come vertigini, nausea, stordimento e instabilità posturale.

In alcuni casi, gli apparecchi acustici possono aiutare a migliorare i sintomi associati ai disturbi dell'equilibrio. Gli apparecchi acustici che utilizzano una tecnologia chiamata "sistema di amplificazione vestibolare" possono fornire una maggiore amplificazione del suono e aiutare a migliorare l'equilibrio e la stabilità. Questo tipo di apparecchio acustico utilizza microfoni direzionali per rilevare i suoni provenienti da diverse direzioni, amplificandoli in modo selettivo per migliorare la capacità dell'utente di percepire la posizione e il movimento del proprio corpo nello spazio.

Inoltre, alcuni apparecchi acustici possono anche includere sensori di movimento per aiutare a rilevare le posizioni e i movimenti del corpo. Questi sensori possono aiutare ad attivare il sistema di amplificazione vestibolare dell'apparecchio acustico in modo più preciso, migliorando la capacità dell'utente di mantenere l'equilibrio e riducendo i sintomi associati ai disturbi dell'equilibrio.

In generale, tuttavia, è importante consultare un medico specialista dell'udito o dell'equilibrio per determinare se gli apparecchi acustici possono essere utili per il trattamento dei disturbi dell'equilibrio e quale tipo di apparecchio acustico può essere più adatto alle esigenze individuali.

Tra gli ultimi citiamo uno studio coreano pubblicato sul Journal of the American Medical Association.

La ricerca associa la diminuzione dell’udito all’instabilità posturale negli anziani.

Sono state prese in esame 3.864 persone dai 40 anni in su, i cui dati uditivi sono stati prelevati dalla quinta edizione di una indagine nazionale sulla salute che si è tenuta in Corea tra 2010 e 2012.

Ciascun partecipante era stato sottoposto a un semplice esame sul tono audiometrico sui due lati, catalogando poi il risultato dell’orecchio destro e sinistro in tre categorie: udito normale (26 decibel o più), sordità lieve (26 40 dB), sordità moderata, o grave (oltre 40 dB).

Per misurare il senso dell’equilibrio, è stato chiesto di restare fermi dritti su una pedana in schiuma di poliuretano con i piedi distanti dieci centimetri, le braccia conserte e le mani sui gomiti, gli occhi chiusi.

Limite minimo di resistenza: almeno 20 secondi.

Per chi non ci riusciva, la diagnosi di instabilità posturale.

Gli scienziati sudcoreani nel loro studio, avvertono che la sordità avanza con l’età è il più comune disturbo cronico degli anziani.

Tanto da interessare il 6 per cento della popolazione mondiale.

Ed è un disturbo che ne crea altri, senza che se ne abbia consapevolezza.

La soluzione per tornare a sentire ed evitare altri disturbi correlati è individuabile nell’utilizzo di apparecchi acustici.

“È vero – dichiarano i ricercatori – che questi apparecchi sono costosi, ma tutte le spese mediche provocate dal non usarli portano a una cifra, per il bilancio salute, molto più alta”.